Testata

Confini da Gauguin a Hopper

Canto con variazioni

Passariano di Codroipo (UD), Villa Manin, Esedra di Levante
11 Ottobre 2025 - 12 Aprile 2026

La montagna

Il confronto tra la pittura che si svolge sui due lati dell’Atlantico si vede in mostra anche nella parte finale di questa vastissima sezione, quella dedicata all’immagine della montagna.

È il terzo elemento che caratterizza la dimensione eroica del confine ricercato in natura e dentro se stessi. Anch’essa fa parte dell’immaginario romantico, e già comunque settecentesco, con le visioni soprattutto delle Alpi svizzere.

Caspar David Friedrich, Nebbia del mattino in montagna, 1808
Rudolstadt, Thüringer Landesmuseum Heidecksburg

Il percorso si concentra però su quelle che sono le espressioni migliori della rappresentazione della montagna soprattutto tra la prima parte dell’Ottocento e il primo Novecento. Dapprima con i quadri di Friedrich così densi d’atmosfera, poi in America, con l’opera di Thomas Cole, il fondatore della Hudson River School, e di Sanford Robinson Gifford, che dipingono le catene montuose della parte est degli Stati Uniti. E poi naturalmente Albert Bierstadt, lo straordinario cantore delle montagne dell’Ovest, tra Yosemite e Yellowstone. Suggestioni e grandi tele che impressionavano il pubblico delle città da Boston a New York a Philadelphia.

Albert Bierstadt, Tra le montagne, 1867
Hartford, Wadsworth Atheneum Museum of Art

Ma è chiaro come la mostra non possa prescindere in questa sezione dal presentare una versione della montagna più celebre in assoluto, quella Sainte-Victoire che ha reso Cezanne un punto di riferimento per così tanti artisti nel corso dei decenni successivi a quelle interpretazioni. E in mostra si vede come anche le montagne bellissime dipinte da Hodler debbano molto proprio al grande maestro di Aix.

Paul Cezanne, La montagna Sainte-Victoire, 1878-1879
Cardiff, National Museum Wales
© Amgueddfa Cymru - Museum Wales

Ma entra in questo gioco di specchi anche Giovanni Segantini, per far comprendere al visitatore come l’idea delle vette, dipinte nella loro prossimità o distanza, sia insieme arrivo e partenza di un tempo che continuamente si rigenera. Credere di arrivare al punto massimo della salita, e perciò dipingere le vallate alpine e le pareti di roccia, e invece comprendere come il viaggio non abbia mai termine e il confine si rigeneri, spostandosi sempre più in là.

mostra a cura di
Marco Goldin

Passariano di Codroipo (UD), Villa Manin, Esedra di Levante

11 ottobre 2025 - 12 aprile 2026