Testata

Confini da Gauguin a Hopper

Canto con variazioni

Passariano di Codroipo (UD), Villa Manin, Esedra di Levante
11 Ottobre 2025 - 12 Aprile 2026

I confini e gli elementi naturali

La sesta e ultima area della mostra è praticamente impossibile da sintetizzare, tanto ampia quanto è da occupare per intero uno dei due piani dell’Esedra di Levante di Villa Manin. Con una sessantina di opere vale la metà del percorso. Insomma, una mostra da sola questa sezione straordinaria. È dedicata alla combinazione dei vasti elementi naturali - la montagna, il mare, il cielo - come il segno più schietto del confine nell’universo. Sempre siamo chiamati, nella nostra esplorazione degli spazi, a cercare in questi elementi dell’universo il senso di un confine che talvolta ci sgomenta per la sua dilatazione cosmica.

Caspar David Friedrich, Nebbia del mattino in montagna, 1808
Rudolstadt, Thüringer Landesmuseum Heidecksburg

Il confronto tra la pittura americana dell’Ottocento e quella europea dello stesso secolo trova il suo punto forse più alto nella parte dedicata all’immagine della montagna. È un primo elemento che caratterizza la dimensione eroica del confine ricercato in natura e dentro sé stessi. La figura di Caspar David Friedrich, l’immenso artista romantico tedesco, campeggia al principio, con un paio di versioni delle sue montagne dipinte, una delle quali immersa nella nebbia del mattino. L’ispirazione romantica legata a quella rappresentazione tornerà prestissimo nella pittura americana già sul finire degli anni venti dell’Ottocento con Thomas Cole, e poi con pittori come Albert Bierstadt e Sanford Robinson Gifford.

Ferdinand Hodler, Il Männlichen, 1908
Collezione Dr. Christoph Blocher

Ma è chiaramente con Cezanne e la sua iconica montagna Sainte-Victoire che questa rappresentazione in mostra tocca il suo acme. È una vera e propria località sacra, fatta di forza e di spirito quella realizzata dal maestro di Aix. I monti dipinti da Ferdinand Hodler sentiranno forte proprio l’esempio cezanniano e sempre sulle alpi svizzere sarà Giovanni Segantini, anche lui presente, a saldare l’immagine delle vette con l’eterno della natura..

Paul Cezanne, Montagna Sainte-Victoire (la diga di François Zola), 1878-1879
Cardiff, Amgueddfa Cymru - National Museum Wales
© Amgueddfa Cymru - Museum Wales

Il secondo, grande elemento che segna un confine da percorrere e attraversare è quello del mare. Anche in questo caso il punto di partenza è il romanticismo, questa volta quello di William Turner. Sono diversi i suoi quadri in esposizione, sia quando il suo mare è solcato da velieri che vanno verso l’orizzonte, sia quando mare e cielo si confondono entro modalità quasi astratte, sia infine, in un quadro molto famoso, quando il sole cala sotto la linea che divide cielo e mare.

Joseph Mallord William Turner, Le spiagge di Calais con la bassa marea: pescivendole mentre raccolgono esche, 1830
Bury Art Museum & Sculpture Centre
© Bury Art Museum, Greater Manchester, UK

Dall’altra parte della Manica giganteggia la figura di Gustave Courbet, con alcune tele di incredibile suggestione e atmosfericità che ritraggono le sabbie di Normandia. Quadri con il segno dell’eterno. A Courbet succede ovviamente per filiazione diretta Claude Monet, anche lui presente con alcuni dipinti sempre sulle coste di Normandia fra Pourville e Varengeville. Quindi si entra nel pieno Novecento, con le opere di Pierre Bonnard, Emil Nolde e Nicolas de Staël, in una sequenza mozzafiato che ha come segno cromatico l’arancio del tramonto.

Claude Monet, La chiesa di Varengille e la gola di Les Moutiers, 1882
Columbus Museum of Art

Infine, l'immagine del cielo che rappresenta per antonomasia il luogo di un confine che il pittore spinge sempre più in là. È con il principio del XIX secolo che esso assume una forma autonoma e indipendente e non è più soltanto uno dei luoghi possibili della rappresentazione storica. .

Alfred Sisley, La Senna a Billancourt, 1879
Amburgo, Hamburger Kunsthalle
© Hamburger Kunsthalle/bpk - Photo: Elke Walford

Si parte con la triade ricordatissima dei pittori romantici di punta, ancora Friedrich e Turner, questa volta assieme a John Constable. Alle sue opere si ispirò Eugène Boudin, il maestro di Monet. Di Boudin, isolata su una parete, si vede una serie di piccoli studi a olio, realizzata sul motivo sulle spiagge di Normandia. A seguire, i cieli domestici degli impressionisti, da Monet a Alfred Sisley a Camille Pissarro.

Claude Monet, Ninfee, 1907
Hartford, Wadsworth Atheneum Museum of Art, dono di Anne Parrish Titzell
© Allen Phillips/Wadsworth Atheneum

Sono indimenticabili le sale conclusive della mostra. Il passaggio tra Ottocento e Novecento è segnato dai cieli dipinti da interpreti incredibili, da Edvard Munch ancora a Monet, da Piet Mondrian a Edward Hopper a Emil Nolde. Incantevole è la parete con alcune ninfee dipinte da Monet, in cui il cielo di Normandia si specchia con le sue nuvole sullo stagno di Giverny.

Mark Rothko, No. 22 (Untitled), 1961
Buffalo AKG Art Museum, dono di The Mark Rothko Foundation, Inc., 1985
© Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko / ARS, New York, by SIAE 2025

Fino alla transizione verso i cieli piatti di De Staël sopra la Senna a Parigi, per giungere ai cieli interiori di un pittore immenso e definitivo, Mark Rothko.

mostra a cura di
Marco Goldin

Passariano di Codroipo (UD), Villa Manin, Esedra di Levante

11 ottobre 2025 - 12 aprile 2026